Alla fine del Trecento e poi per tutto il secolo successivo, si assiste in Occidente, e in particolare a Firenze, a una ripresa della conoscenza del greco e all’arrivo di manoscritti in questa lingua contenenti opere capitali per la nostra cultura. Momento cruciale di questa ripresa degli studi greci fu l’arrivo nel 1397 a Firenze del dotto bizantino Manuele Crisolora, chiamato dalla Signoria fiorentina per insegnare il greco a un gruppo di giovani allievi. Questi, utilizzando i codici che Crisolora portò con sé a Firenze, iniziarono un’opera di traduzione dal greco che determinò, nel corso del Quattrocento, una diffusione sempre più vasta di testi fino ad allora conosciuti per fama ma che pochissimi erano in grado di leggere in lingua originale. Ci si sofferma, a titolo esemplificativo, su due casi particolarmente rilevanti, rappresentati dalla Geografia di Tolomeo e dai Dialoghi di Platone.
Allievo di Alessandro Perosa ed Eugenio Garin, Sebastiano Gentile è professore ordinario di Filologia della letteratura italiana, che insegna all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Tra i suoi principali interessi di ricerca si segnalano l’edizione critica delle Epistole di Marsilio Ficino, di cui sono usciti due volumi; la diffusione dei testi platonici nel Quattrocento, con particolare attenzione alle traduzioni dal greco; la storia della geografia nel Quattrocento e il ritorno del Tolomeo geografo; la storia delle biblioteche umanistiche, con uno studio avviato da tempo sulla biblioteca medicea privata greca. Sta pubblicando l’edizione del carteggio tra Giovanni Gentile e Paul Oskar Kristeller ed è tra i curatori e gli autori dei volumi quattrocenteschi degli Autografi dei letterati italiani.
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